UNA DOMANDA NASCE SPONTANEA: IL CAMPIONATO E’ FALSATO?
- storiescomode
- 18 dic 2020
- Tempo di lettura: 4 min

Vi faccio una confessione: non vedo le partite di calcio perché non mi annoiano, al massimo vedo le fasi salienti del match il giorno successivo sempre che le condizioni lavorative e familiare me lo consentano.
Che ci volete fare, vò per i cinquanta e seguo il pallone dall’età di dieci anni: ne ho viste tante ma veramente tante e di tutti i colori tra cui un Presidente arrestato (Ciarrapico), lo spettro della serie B (stagione 1993-94 e solo chi ha vissuto quel Foggia Roma può capire perfettamente a cosa mi riferisco), tre passaggi di proprietà, la vicenda Lipopil con le squalifiche di Carnevale e Peruzzi (1990), Carlos Bianchi che voleva la cessione di Totti (1996-97), la finale di Coppa Campioni persa ai rigori nel 1984, il maledetto Roma Lecce dell’Aprile 1986, il titolo perso con Ranieri, Genoa Roma 4-3, i sette gol presi dal Manchester e dal Bayern in Champions, quelli meno nobili buscati dalla Fiorentina in Coppa Italia due anni fa, l’eliminazione per mano dello Spezia sempre nella coppa nazionale e tanto altro.
Non mi lamento però perché ho visto cose e giocatori che chi, ha avuto la sfortuna di perire prima del 1980, non ha potuto vedere: Totti, Falcao, Boniek, Batistuta, Dzeko, due titoli, tante Coppe Italia e tante altre soddisfazioni come la semifinale di Champions di tre anni fa.
Ho visto anche tante ingiustizie arbitrali ed in questo caso la storia ha radici piuttosto antiche che si possono far risalire al famoso gol annullato a Turone nella stagione 1980-1981 fino ai giorni nostri: all’epoca i social non esistevano e si faceva caciara attraverso i giornali e le rivolte di piazza o magari con uno striscione satirico da esporre in curva ma poi tutto rientrava come era logico che fosse.
Se ne parlava nei Bar al massimo per un paio di giorni salvo poi tornare alle occupazioni più importanti quali la famiglia, il lavoro e le ansie quotidiane ma non vedevo persone ossessionate dal pallone e prese dal gioco del calcio h24 come invece mi capita di vedere nell’attualità scorrendo con noia mortale pagine dei social.
Mi chiedo anzi se queste persone che vivono la loro vita in funzione del gioco del calcio abbiano una propria vita privata, degli affetti, una occupazione, una famiglia a cui dedicare tempo e dedizione e la mia speranza è che la risposta al quesito sia positiva.
Non mi appassionano per niente le polemiche da social contro l’arbitro, il guardalinee, il commentatore Sky che ci sta antipatico o contro il giornalista che nega l’evidenza anzi ritengo sia un esercizio inutile e sterile e per un motivo estremamente semplice: nessuno di questi signori, destinatari degli peggiori insulti dei tifosi inferociti, ammetterà mai di avere torto e se lo facesse la sua carriera sarebbe segnata per sempre.
Per quale motivo l’arbitro Maresca ha fatto il cattivone nella famosa partita contro il Sassuolo negando quel famoso calcio di rigore? Per quale motivo, nella partita successiva, al Sassuolo è stato invece concesso il rigore per un episodio analogo? Per quale motivo l’arbitro Di Bello che iera sera è stato quarto uomo nel match contro il Torino è stato designato a dirigere la partita di Bergamo? Per quale motivo la Roma ha giocato di giovedì avendo quindi meno tempo delle altre squadre per recuperare le energie per il match successivo?
Devo ammettere di non saper rispondere a tali interrogativi ma è altrettanto vero che tanti “amici” molto più autorevoli e competenti del sottoscritto, adombrano sui social tutti i giorni sospetti sulla regolarità del campionato ed allora la domanda sorge spontanea: il campionato è regolare oppure qualcuno che si cela nelle segrete stanze del potere ne mina tutti i santi giorni la genuinità ?
Anche in questo frangente non ho risposte da fornire anzi giro il quesito ai più dotti colleghi che, a differenza dello scrivente, vedono tutte le partite, si cimentano in pregiate analisi tattiche, elaborano numeri e statistiche e sono certamente dotati di competenza tecnica sopraffina.
Si accettano risposte però non se ne esce ovvero delle due l’una: se il campionato non è regolare è inutile sprecare tempo ed energie nel seguire qualcosa che è già deciso a tavolino ai piani alti del potere che conta viceversa, se è regolare, tutte le chiacchiere, polemiche con relative scie di veleno che si spargono quotidianamente non hanno senso logico né motivo di esistere.
Non mi si venga a dire che si sta nel sistema per provare a cambiarlo perché noi, poveri cristi, non possiamo cambiare proprio un bel niente: al massimo possiamo decidere di inviare una disdetta per l’abbonamento a Sky e quindi abbandonare per sempre la visione delle partite.
Perdere tempo con il giornalista di turno che mi sta antipatico? Neppure ci penso, ho altro da fare che inseguire un dipendente obbligato a seguire una linea editoriale stabilita ai piani alti dai mega direttori galattici.
In realtà, prima ancora che gli stadi fossero chiusi a causa del Covid, i tifosi latitavano sia nello spendere dei soldini per acquistare un biglietto che per un abbonamento Sky ed il motivo non era solo legato ai problemi economici che affliggono le famiglie italiane da più di un decennio.
Il problema è rappresentato dalla credibilità complessiva del sistema ma ancora una volta non se ne esce: stare nel mezzo non ha senso perché la vita ci mette sopra di fronte ad un bivio e quindi si deve scegliere tra le due opzioni.
Se il banco è truccato si deve abbandonare immediatamente il tavolo verde viceversa, se il gioco è regolare, si continua a giocare ma in silenzio.
BRUNO IANNIELLO
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