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L’AMICO

I libri spuntano come funghi, soprattutto nel periodo delle festività natalizie ove non può mai mancare l’ultima opera di Bruno Vespa: non c’è rosa senza spine, non c’è Governo senza Giulio diceva Anna Campori nello spassoso film del 1963 “Gli onorevoli” che lanciò il famoso “VOTA ANTONIO” e non ci può essere Natale senza Vespa.

In Italia esistono le cricche del libro che funzionano più o meno in questo modo: i frequentatori dei salottini di sinistra fra cui Saviano, Damilano, Gramellini, Murgia, Annunziata, tanto per citare degli esempi e gli habituè dei salottini di destra rappresentati per lo più dai conduttori ed ospiti dei talk show politici targati Mediaset sfornano ogni anno in media un centinaio di libri e si scambiano, sempre nell’ambito delle rispettive quattro mura, recensioni, complimenti a profusione (spesso di facciata) ed ospitate.

Morale della favola: io parlo bene del tuo libro e ti ospito nella mia trasmissione per garantirti un pizzico di pubblicità e tu ricambierai il favore quando a scrivere il libro sarò io.

Eravamo un popolo di santi, poeti e navigatori ma ormai siamo solo scrittori: tutti, e sottolineo tutti, scrivono libri, anche la sora Camilla maritata Cecioni.

Tutti vogliono condividere con il proprio pubblico emozioni, sentimenti, storie di vita vissute con relative cornificazioni fatte e ricevute, decorsi di pruriginose malattie esantematiche con annesso stress post traumatico da smaltire sul lettino dello psicologo, delusioni, ansie da prestazione spesso sopite con robuste dosi di ansiolitici e goccine per favorire il sonno e perché no anche le adoloscenze perverse passate a spiare dal buco della serratura la vicina di casa intenta a farsi i colpi di sole e le meches bionde.

Non può certamente mancare, nel già variegato panorama, il VIP o presunto tale che ci ammorba il morale con la triste storia della sua infanzia mentre spiega la ricetta della carbonara in ogni minimo dettaglio.

Potrei scrivere un tediante enciclopedia sugli improbabili personaggi che animano il fantastico mondo italico dei libri ma non ve la faccio ancora più lunga e pertanto vado subito al sodo: nel desolante panorama sopra descritto mi sento di dover scrivere qualche riga a sostegno del mio caro e prezioso amico Fabrizio Cossu il quale ha deciso di raccogliere tutti i suoi interessanti scritti sul calcio pubblicati in quasi due anni sul suo blog in un libro il cui titolo “RACCONTI APPASSIONATI DI CALCIO – storie di calcio e di uomini” ben descrive le finalità del prezioso lavoro eseguito.

Potrei stare qui a parlare del bellissimo libro ma ne faccio volentieri a meno per due motivi estremamente semplici: il primo è rappresentato dal fatto che il mio lavoro non è quello di scrivere recensioni e pertanto correrei il serio rischio di ottenere l’effetto contrario ossia di danneggiare il suo autore ed il secondo motivo affonda le radici nella stima incommensurabile che provo per l’amico Fabrizio che considero una sorta di regalo della provvidenza per i motivi che di seguito mi accingo a spiegare.

Ho avuto la fortuna ed il piacere di conoscere il buon Fabrizio alla non tenera età di 46 anni allorquando ero fermamente convinto che non avrei mai più incontrato amici veri ed invece la vita mi ha premiato concedendomi la possibilità di conoscere una persona sincera, buona, affezionata e soprattutto disponibile all’ascolto.

Non vi racconto le circostanze che hanno favorito il fortunato incontro per risparmiarvi le miserie umane non molto dissimili da quelle che animano i salottini di cui sopra ma posso affermare con assoluta certezza che molto spesso, non sempre purtroppo, da eventi negativi possono scaturire cose belle capaci di condizionare in meglio la nostra esistenza.

Vi racconto quindi il padre e non la sua creatura, l’autore del libro ma non il suo libro per farvi capire quanto belle siano le storie in esso narrate in quanto frutto di un lavoro appassionato e certosino impreziosito da una costante ricerca del dettaglio ovvero del particolare suscettibili di arricchire maggiormente i racconti.

La prefazione di Michele Plastino rappresenta un vero e proprio insegnamento per chi intende perseguire con tenacia la carriera del bravo e serio giornalista sportivo, la cui figura professionale deve necessariamente fare i conti con la innegabile situazione critica in cui versa attualmente la carta stampata.

La vera antologia del calcio romantico, quello semplice, a misura d’uomo e che ormai va scomparendo inglobato sempre più dalle logiche perverse del guadagno sfrenato da raggiungere ad ogni costo e dei bilanci truccati che a stento tengono in piedi il malandato baraccone, è stata quindi vergata dal mio caro amico Fabrizio Cossu.

Non scrivo libri e non frequento salottini e spero pertanto di aver reso un utile servigio ad una cara persona a cui voglio un gran bene.

Buona lettura a tutti.

BRUNO IANNIELLO


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