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RICOMINCIO DA RAI TRE OVVERO QUALCOSA E’ ANDATO STORTO

  • storiescomode
  • 13 dic 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

L’ idea di base era ottima, anzi del tutto pregevole e degna di nota: costruire uno show per far ripartire la macchina dello spettacolo, del teatro e dell’arte che indubbiamente è stata e continua ad essere fortemente penalizzata dalla crisi economica dovuta alla pandemia.

Tantissimi attori cinematografici e teatrali, registi, operatori comprese le cosiddette maestranze stanno patendo in modo del tutto evidente le conseguenze di questa annata disgraziata senza neppure aver ricevuto il becco di un centesimo da un governo che un giorno sì e l’altro pure loda l’importanza della cultura e dell’arte ma nei fatti non muove un dito per aiutare le categorie di lavoratori che promuovono la nostra arte in Italia e nel Mondo.

Quale migliore occasione allora di un programma televisivo trasmesso per giunta dal servizio pubblico, in prima serata e nella giornata del sabato per far ripartire il carrozzone che stenta a muovere passi significativi verso una nuova rinascita?

Mosso da tutti i migliori sentimenti comincio allora a vedere il programma: ci sono due mostri sacri quali Tullio Solenghi e Massimo Lopez con gli abiti papali che imitano Bergoglio e Ratzinger ed allora applausi a scena aperta, nulla da dire anzi completano la loro esibizione cantando il famoso pezzo natalizio di Frank Sinatra e Dean Martin “Let il Snow” che tradotto significa “lascia che nevichi”.

E’ tutto bello, la meravigliosa Andrea Delogu indossa un abito che le sta a pennello ma chi è il signore che conduce il programma accanto a lei? Ammetto di non conoscerlo ed allora vado a controllare sulle sacre scritture di Wikipedia: si chiama Stefano Massini ed è uno scrittore toscano, autore di tanti testi teatrali e vincitore di altrettanti premi ed allora tanto di cappello.

La trasmissione prosegue ma il presentatore - scrittore prevale inesorabilmente sulla bella Andrea anzi la soverchia del tutto relegandola al ruolo di valletta (per carità non c’è niente di male basta solo saperlo ed in ogni caso mi sembra del tutto sprecata in quel ruolo atteso che vanta già una discreta esperienza nel settore della conduzione sia radiofonica che televisiva).

Il vero protagonista della trasmissione comincia ad avere gli occhi sbarrati e spiritati e sembra che invece di conversare con il pubblico voglia farsene un solo boccone attraverso il suo ritmo ansiogeno: si collega telefonicamente con il molleggiato nazionale ed invece di parlare di ripartenza (del resto il programma si intitola Ricomincio da Rai Tre) comincia con una filippica sui negazionisti (sai che novità e tanto per non cambiare) e sulle carenze del sistema sanitario nazionale ed a ruota il Santone Adriano ci dice che il virus è venuto a mondare il Mondo perfido e cattivo dal suo peccato originale.

Ma è uno spettacolo del sabato sera o l’ennesima puntata di Report con Sigfrido Ranucci che abilmente e sotto mentite spoglie si aggira per il Teatro Sistina cercando di rifilarci la sua ennesima inchiesta sulla malasanità?

Comincio ad annoiarmi ed ecco che arriva Alessio Boni, altro gigante del nostro Teatro che ci delizia con un pezzo in cui interpreta Sigmund Freud che dialoga duramente con il nostro creatore per tutto il male che serpeggia nell’essere umano: per carità, anche in questo caso tutto molto bello e l’artista non è assolutamente in discussione ma è sempre sabato sera e la cosa va un po’ troppo per le lunghe.

Finita l’interpretazione il buon Alessio si siede a conversare con il presentatore – scrittore e la prima domanda ricade ancora una volta sul Covid e sulle bare trasportate sui camion militari viste nel Mese di Marzo.

E no, proprio non ci siamo cari ragazzi: per ricominciare dobbiamo necessariamente guardare avanti tenendo in ogni caso a mente quello che è successo ma senza voltarci continuamente indietro viceversa si fa come il gambero.

Un altro interrogativo però mi sovviene guardando la trasmissione: ma siamo veramente sicuri che lo scopo dello show sia stato quello aiutare gli operatori dello spettacolo e dell’arte a ricominciare e non piuttosto quello di indottrinare gli spettatori su cosa è giusto e cosa non lo è ?

Nel frattempo leggo gli indici di ascolto e i numeri sono piuttosto impietosi: 5,2% di share con una media di 1.162.000 spettatori, trattasi del programma meno visto tra quelli mandati in onda dalle reti Rai in prima serata.

Che strano, con un parterre di grandi artisti non si è riusciti a sfondare: evidentemente qualcosa deve essere andato storto tra il dire ed il fare.

BRUNO IANNIELLO


 
 
 

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