Passare al setaccio
- storiescomode
- 23 nov 2021
- Tempo di lettura: 3 min

No, non voglio scrivere dell'arte della cucina o di ricette culinarie, ma dell'azione che le massaie fanno da sempre (quello che spesso abbiamo visto in passato nelle cucine delle nostre mamme e delle nostre nonne) che descrive con un'immagine l'argomento di cui vorrei parlare.
Jose Mourinho top coach ingaggiato dai Friedkin, come una massaia, sta passando al setaccio la stampa romana e romanista e quella che si identifica come tale.
Vedendo le conferenze stampa viene evidenziata la cruda realtà accompagnata da una sensazione di disagio.
Molti tifosi chiedono sui social delle domande intelligenti da rivolgere al tecnico, che cerchino di far comprendere il modus operandi e le idee dell'allenatore di Setubal.
Domande che i giornalisti presenti non vogliono fare per l'innata voglia di protagonismo, di sensazionalismo o di ricerca della polemica da mettere in prima pagina.
Purtroppo, la maggior parte dei cronisti presenti, cade nella trappola del tecnico lusitano.
Perché Mourinho, non è solo l'allenatore che ha vinto 25 titoli in carriera, ma è soprattutto lo 'special one', colui che ha fatto della comunicazione e della gestione dell'immagine della squadra
e della difesa dei suoi uomini il suo cavallo di battaglia.
Nelle passate esperienze si narra quanto i suoi uomini fossero pronti a buttarsi nel fuoco per lui.
Il suo potere attrattivo, carismatico, strega tutti, ammalia tutti.
O lo si odia o lo si ama alla follia.
Mourinho è questo.
Come potrebbe un giornalista seppur scaltro ed esperto metterlo in difficoltà o farlo sbottonare relativamente al suo approccio e ai suoi pensieri?
I tentativi che la classe giornalistica tenta di fare da agosto ad oggi vengono distrutti in poche battute o solamente con uno sguardo dallo stesso Mourinho.
Non sono un esperto di comunicazione, ma un pochino me ne intendo.
La ricerca di creare una polemica riportando le affermazioni di un’intervista rilasciata da chi non è proprio simpatico al tecnico o relative ad un luogo
o un ambiente nel quale il tecnico non si è lasciato nel migliore dei modi con società e management non è un buon viatico.
Mourinho non cadrà mai nella trappola. Perché avvelenare il terreno oramai abbandonato creando nuovi dissapori?
Quando JM avrà qualcosa da dire lo dirà, certo non rispondendo alla domanda provocatoria, ma quando vorrà farlo.
La ricerca di una contrapposizione, rispolverando dichiarazioni che il tecnico rilasciò in passato, per creare una polemica, non è una buona modalità di approccio, in quanto non tiene conto del contesto.
Il contesto, questo contesto, è importante.
Chiedere al tecnico, gonfiandosi il petto, che avendo avuto 'sentore' di novità di formazione queste possano essere adottate nella prossima gara, non è una strada da percorrere.
L'allenatore di Setubal mai vi darà queste informazioni, anzi vi risponderà che solo lui sa chi giocherà la prossima partita.
Dirà che non sono aggiornati nemmeno i suoi collaboratori o qualcuno in società.
Sprezzante affermerà che le fonti delle informazioni giornalistiche sono secche.
Le vostre fonti sono secche, sono senza acqua.
Pertanto, conviene non insistere su questo tasto, lui stesso proclamerà chi gioca e avrà un motivo (un suo motivo) nell'affermarlo.
Mourinho è questo, prendere o lasciare.
Stesso discorso relativamente alle domande che afferiscono a particolari frizioni tra il tecnico e un calciatore della rosa e l'eventuale esclusione dalla squadra.
Mourinho si trasformerà in una chioccia.
Difenderà i suoi uomini a spada tratta, tranne nei casi in cui il rendimento della compagine facesse trasparire una mancanza di impegno e di focalizzazione nell'approccio alla gara.
Evidente è il caso della sconfitta in Norvegia con il Bodo.
Le colpe sono state di tutti. Chi più chi meno, ma di tutti. Lui stesso lo ricorderà e lo sottolineerà sempre.
Ma allora cosa chiedere a JM?
Sta diventando difficile trovare giornalisti propensi ad affrontare il tecnico sul campo comunicativo.
Si sentono balbettii al primo confronto sulla motivazione della domanda, inversioni di marcia sul significato della domanda, oppure nessuna risposta alla domanda e la frase del tecnico che spegne qualsiasi confronto: “domanda successiva".
Solo pochi riescono a mantenere la barra dritta.
Tra i pochi, ci sono coloro che possiedono una buona base di conoscenza tattica o dei contenuti di cultura calcistica che possano far breccia nella curiosità del tecnico.
A quelle domande il tecnico risponde e si predispone nel modo migliore nei confronti dell'interlocutore.
Certo, coloro che non riescono a tenere tale pressione, dovranno continuare a giudicare le scelte del tecnico o parlare di ipotetiche formazioni.
Passare al setaccio è necessario per migliorare la qualità della preparazione del piatto.
Passare al setaccio farà emergere solo coloro che danno un contributo necessario all'informazione.
Necessario al tifoso, che da attento osservatore non potrà criticare la domanda del cronista di turno, ma anzi ne apprezzerà l'acume.
Questo processo prevede uno step di crescita per l'informazione che gravita nei dintorni di Trigoria.
Passaggio che porta ad una crescita del famoso ambiente, con tutti gli annessi e connessi.
D'altronde la scelta di Mourinho doveva portare ad un cambiamento di mentalità e di comunicazione.
Scenario prevedibile, per molti auspicabile, ma certamente divisivo.
Un passaggio al setaccio non potrà che essere salutare.
Fabrizio Cossu
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