LO STILE JUVE
- storiescomode
- 10 feb 2021
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Seguo il calcio da quasi quaranta anni e da più di sessanta sento parlare a piè sospinto, in tutti i luoghi ed in tutti i laghi di stile Juventus che dovrebbe contagiare tutti gli appassionati, i tifosi e da cui tutti gli altri club del globo terrestre dovrebbero prendere esempio: così ci hanno detto e i soliti prezzolati soloni che da più di mezzo secolo tentano di spiegarci, per la verità invano, in cosa consiste codesto presunto stile appartenente alla Vecchia Signora.
Lo scrivente ha visto e vissuto gli anni ottanta e soprattutto la nota rivalità tra la stessa Juventus e la Roma che proprio nei primi anni di quel decennio si sono contesi il titolo iridato: a capo dell’impero bianconero c’era un certo Gianni Agnelli il quale si mostrava impeccabile quanto a stile ed eleganza e soprattutto era amante del bel calcio e dei grandi giocatori quali Maradona e Platini che in quegli anni furoreggiavano con le maglie dei rispettivi club.
Venuto meno il capostipite Giuanin Lamiera si palesarono però le prime crepe nel cosiddetto stile Juve: il famoso trio Moggi – Giraudo – Bettega che prese in mano le redini della vecchia Signora sotto la presidenza di Umberto Agnelli, germano del defunto Giovanni, non brillò difatti sotto il profilo della correttezza formale e sostanziale (a tal uopo si ricordano le condanne emanate dagli organi della Giustizia Sportiva ed abbattutesi sul club a seguito delle vicende poco commendevoli della famosa Calciopoli nonché le accuse apertamente avanzate dall’allora tecnico della Roma Zdenek Zeman sull’allora staff sanitario bianconero a seguito di una crescita alquanto sospetta e repentina dei muscoli di Gianluca Vialli ed Alessandro Del Piero).
Decapitata anche quella dirigenza e fatta eccezione per la parentesi dell’anonimo Cobolli Gigli, le redini della Vecchia Signora sono tornate nuovamente nelle mani della famiglia Agnelli e precisamente di Andrea, figlio di Umberto e della sua seconda consorte Allegra Caracciolo.
Il rampollo del noto casato ed enfant prodige dell’imprenditoria nostrana promette veramente bene attesa la sua formazione accademica al St. Clare's International College di Oxford ed alla Bocconi di Milano: il suo curriculum è di tutto rispetto se si considera che non riveste solo la carica di Presidente della Juventus ma anche quella dell'European Club Association, inoltre è Direttore non esecutivo di Stellantis ed amministratore di Exor.
Nella pagine di Wikipedia si legge della sua passione per il golf tanto è vero che nel 2008 è stato amministratore delegato del Royal Park Golf & Country Club "I Roveri" ed il 29 settembre dello stesso anno è stato nominato consigliere federale della Federazione Italiana Golf.
Non vi è dubbio che il golf sia uno sport elegante praticato soprattutto da persone di un certo livello che possono permettersi di frequentare determinati ambienti.
Insomma, alla luce del ricco ed invidiabile curriculum nonché della sua formazione accademica e culturale ti aspetteresti di trovare un personcina dai modi gentili ed educati che, se proprio non può essere accostata e paragonata allo Zio Giovanni, quanto meno si sforzi di rispettare il cognome che porta ed il significato che tale cognome ha avuto nella storia dell’imprenditoria italiana.
Martedi 9 Febbraio ore 22,35 circa, Allianz Stadium di Torino, l’arbitro ha appena fischiato la fine del match di ritorno valevole per la semifinale di Coppa Italia tra la Juventus e l’Internazionale: il risultato di 0-0 premia i bianconeri che così guadagnano l’accesso alla finale che si disputerà tra qualche mese.
Un signore piuttosto distinto dell’età di quasi 46 anni, vestito di tutto punto con un giaccone scuro e seduto in tribuna, subito dopo il triplice fischio arbitrale, scende le scale e si lascia andare ad un epiteto degno del peggiore ultrà rivolto ad un altro signore che pure non si era comportato da vero gentleman nel corso della partita.
Chi è questo signore? Non ci crederete ma è proprio lui, il rampollo del nobile casato che si è formato ad Oxford ma i cui modi sono tutt’altro che oxfordiani anzi a ben guardarlo si potrebbe dire che la sua insegnante di buone maniere sia stata la nota hostess malandata dell’aereo- bagnarola su cui era a bordo Fantozzi e che non vedeva l’ora di insultare chiunque le ponesse anche la più innocente delle domande.
Il buon Paolo Villaggio chiedeva alla hostess l’orario di arrivo e lei rispondeva: “ stai zitto str…”
Ad onor del vero il rampollo non è stato l’unico protagonista negativo della serata atteso che si è trovato in buona e numerosa compagnia che comprendeva il tecnico nerazzurro Antonio Conte reo di aver rivolto un gestaccio in stile oxfordiano allo staff tecnico bianconero nell’intervallo tra il primo ed il secondo tempo nonché Lele Oriali e Giuseppe Marotta.
I motivi di cotanto rancore tra le parti sono noti e non mi pare neppure il caso di rivangarli per quanto sciocchi, ridicoli ed insignificanti: a tutti può capitare nella propria esistenza intima e professionale di lasciarsi in malo modo ma se le condotte viste ieri sera dovessero rappresentare un modello comportamentale da seguire ed osservare alla lettera finiremmo per scannarci l’uno l’altro senza colpo ferire e nella più assoluta normalità.
Non è il caso di fare moralismi beceri e d’accatto ma francamente non si comprendono i motivi per cui un noto Dirigente calcistico ed imprenditoriale che porta un cognome importante e famoso debba comportarsi al pari di un bambino viziato e senza creanza che non vede l’ora di sfogare il proprio isterico livore contro il nemico di turno che gli voleva sottrarre il giocattolo che aveva appena acquistato.
La squallida querelle di iera sera ci insegna due cose; la prima è che lo stile, al pari del coraggio manzoniano, non possiamo darcelo se non rientra nel nostro DNA e la seconda è che lo stile Juve, ove mai esistito, si è irreversibilmente perso alle ore 22,35 del 9 Febbraio 2021.
BRUNO IANNIELLO

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