LA PARTITA DEL QUIRINALE
- storiescomode
- 27 gen 2021
- Tempo di lettura: 4 min

Non credo possa rappresentare una pura casualità l’uscita del libro di Alessandro Sallusti “ Il Sistema” pochi giorni dopo l’apertura ufficiale della crisi di governo con le dimissioni rassegnate nelle mani del Capo dello Stato del Presidente Conte.
Nell’opera scritta dal Direttore del Giornale che intervista l’ex magistrato Luca Palamara, viene svelato proprio il sistema giudiziario nostrano composti di intrecci, trame segrete e pesanti invasioni di campo da parte del potere giudiziario nel sistema politico italiano degli ultimi anni.
Deve essere ben chiaro che quanto emerge dalla lunga intervista all’ex Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati non ci induce a strapparci le vesti tanto meno a gridare allo scandalo in quanto le vicende narrate erano già piuttosto note alla stragrande maggioranza degli osservatori politici e non.
Il potere giudiziario, a partire dal post tangentopoli ad oggi, ha sempre deciso chi lasciare sulle poltrone e chi spodestare dal trono, il tutto nel più totale ed assordante silenzio del circuito mediatico mainstream che anzi si ciba quotidianamente del fiero pasto offerto dalle Procure i cui spifferi si sono ormai trasformati in vere e proprie voragini da cui fuoriescono le grida di dolore di una giustizia ormai ridotta come una mera clava che si abbatte sul capo dello sventurato di turno che poi sarà costretto passare per le infinite forche caudine del bieco giustizialismo allo scopo dimostrare la propria innocenza sempre ammesso che non ci rimetta prima le penne,
Si dirà che tutto ciò si è determinato anche a causa di un vuoto assoluto lasciato dal potere politico degli ultimi ani incapace di riformare i difficili meccanismi del sistema giudiziario e su questo non ci piove ma è altrettanto vero che la debolezza della classe dirigente non autorizza il potere giudiziario ad invadere campi che non gli appartengono per dettato costituzionale.
Queste le parole di Luca Palamara sulle vicende giudiziarie che hanno riguardato il Cavaliere negli ultimi anni: «Voglio essere chiaro, dal 2008 fino al 2011, quando Berlusconi cade sotto i colpi dello spread, come da prassi costante dell’Associazione nazionale magistrati ho sempre condiviso la mia attività seguendo una prassi costante con il presidente Giorgio Napolitano. È impensabile sostenere che negli anni di cui stiamo parlando l’Anm si sia mossa fuori dalla copertura del Quirinale, con il quale io condividevo ogni decisione che comportasse una rilevanza politica”. “
Nel colloquio intervista con l’ottimo Direttore Sallusti, l’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, ora radiato, ribadisce l’assoluta sintonia con l’allora presidente, Giorgio Napolitano. «Ho sempre condiviso la mia attività con il capo dello Stato. Non ci potevano essere deviazioni dalla linea. Sul Cavaliere non era ammessa discrezionalità». Chiede Sallusti: «Mi sta dicendo che il Quirinale approvava, se non qualcosa di più, la linea dello scontro frontale con il governo?». La risposta di Palamara è scontata: «Esattamente, ma mi sento di essere più esplicito e dettagliato. Nella magistratura vige un clima di terrore interno che non lascia spazio a deviazioni dalla linea concordata».
Il disegno ordito con il Quirinale era quella far cadere Berlusconi in ogni modo e Palamara prosegue ricordando quanto accaduto nel gennaio 2011: «Partono le perquisizioni nelle abitazioni di numerose ragazze. Berlusconi viene indagato per concussione, lo dico onestamente, siamo tutti un po’ perplessi. Vede, qui scatta la discrezionalità, ma su Berlusconi la discrezionalità non può esistere».
Cerchiamo quindi di riannodare i fili delle due vicende ovvero le dimissioni del Governo Conte e le rivelazioni dell’ex Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati che ci svelano vicende sicuramente note ma che al tempo stesso ci fanno comprendere quanto sia dannatamente importante la figura del Capo dello Stato anche alla luce del dettato costituzionale e della prassi nell’applicazione del dettato costituzionale.
Il Presidente della Repubblica è difatti il Capo del CSM ovvero del Consiglio Superiore della Magistratura che è l’organo di autogoverno dei giudici che decide altresì sulle loro nomine o sui trasferimenti da un ufficio all’altro ma il Capo dello Stato è anche colui che può porre un veto sulla nomina di un ministro come già accaduto nel primo Governo Conte allorquando Mattarella si oppose fermamente alla nomina di Paola Savona quale titolare del dicastero dell’economia.
Su sussurra altresì che anche lo stesso Napolitano non nutrisse particolare simpatia per l’attuale procuratore capo della Repubblica di Catanzaro Dr. Nicola Gratteri che era stato scelto dall’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi quale Guardasigilli.
La vera partita che quindi si sta giocando tra le forze politiche riguarda proprio il nuovo Capo dello Stato che dovrà essere eletto dall’attuale Parlamento nel Gennaio del prossimo anno.
Ricordiamo che a votare il Presidente della Repubblica è l’intero Parlamento riunito in seduta comune composto dai 630 deputati e 315 senatori eletti, dai senatori a vita e che partecipano all'elezione anche 58 rappresentanti delle regioni, per un totale di più di 1000 elettori.
Ricordiamo altresì che per essere eletto, il Capo dello stato deve essere votato, per i primi tre scrutini da una maggioranza dei due terzi degli aventi diritto ed a partire dal quarto scrutinio dalla maggioranza assoluta e che il voto non è palese quindi ci possono sempre essere i cosiddetti franchi tiratori.
L’attuale quadro parlamentare è del tutto frastagliato ma su una cosa è pienamente concorde ovvero non intende certamente tornare a casa prima della scadenza naturale fissata per Marzo 2023 e quindi dobbiamo ipotizzare che saranno gli attuali deputati e senatori a scegliere il nuovo Capo dello Stato: da qui al prossimo Gennaio si gioca una partita molto importante, ben più importante di quella legata all’esecutivo perché mettere le mani sul prossimo Presidente della Repubblica sta a significare tantissimo in termini di vicinanza istituzionale e di copertura giudiziaria e mediatica.
Le manovre sul nuovo Governo potranno già svelarci qualcosa su quelle che saranno o che potranno essere le alleanze in prospettiva Quirinale.
BRUNO IANNIELLO
Comments