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DELITTO ALLA FARNESINA – IL REGALO PIU’ BELLO

  • storiescomode
  • 29 giu 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Gli appassionati dei film di Alberto Sordi e Carlo Verdone ricorderanno certamente la divertente scena

tratta dal mitico “ in viaggio con papà” allorquando padre e figlio tornano a casa e trovano Gianni, interpretato dal compianto Angelo Infanti, attuale compagno della moglie di Sordi, intento a scrivere una improbabile sceneggiatura per una nuova fiction da inviare a Rai Tre: “ sto scrivendo un giallo, ma non è solo un giallo, è tanto di più”.

Ebbene, l’ultima fatica letteraria di Daniele Capezzone “ Delitto alla Farnesina” è veramente molto più di un giallo tanto è vero che può considerarsi, sotto certi aspetti, il prosieguo dell’altro prezioso e fortunato libro pubblicato nel mese di Ottobre dello scorso anno “ Per una nuova destra”.

Tra i due tomi emerge infatti un file rouge che abbraccia le nuove generazioni, le cosiddette nuove leve della politica più intente a fare caciara social secondo le rigorose indicazioni fornite dai propri spin doctor piuttosto che a costruire una propria carriera fondata sullo studio dei regolamenti, della legislazione, del rapporto con le associazioni di categoria e dei propri elettori.

Ancora una volta l’autore pone l’accento sulla necessaria capacità del politico di essere sempre collegato con la realtà e di non perdere di vista i problemi seri, quelli concreti che toccano la vita ed il lavoro di ciascuno di noi e lo fa attraverso il suo alter ego Michele Morabito, cronista incaricato dal vicedirettore del giornale per cui lavora, di seguire il delitto di Pasquale Africa, amico di infanzia del Ministro degli Esteri Filippo di Carmine, avvenuto proprio nella Farnesina.

Da questo momento comincia il viaggio, anche introspettivo, dome direbbero i recensori seri, del Morabito che si snoderà attraverso numerosi incontri con l’umanità più varia che oggi compone il tessuto sociale del nostro bel paese, dalle damazze e vipponi di Capalbio che affollano i salottini radical chic ossessionati dal sempiterno pericolo della destra fascista ed eversiva nonché da un antiamericanismo strisciante ed ipocrita sempre covato nel proprio seno e mai del tutto sopito, al mitico Venancio, domestico maltrattato e neppure pagato (gustosi i siparietti inscenati con il malcapitato cronista), al solito Pubblico Ministero sempre alla ricerca di perenne visibilità che invece di limitarsi ad applicare rigorosamente la legge, preferisce interpretarla attraverso una giurisprudenza cosiddetta “creativa” sostituendosi di fatto al legislatore.

Estremamente illuminanti i dialoghi con il Ministro degli Esteri Filippo di Carmine e con Manuel Dibboni, entrambi appartenenti al partito degli Onesti in movimento da cui emergeranno tutte le contraddizioni e le misere pochezze della cosiddetta nuova classe politica.

Il viaggio di Michele Morabito è lungo e faticoso purtuttavia il peso della fatica non offuscherà mai la sua lucidità ed il suo equilibrio ed il motivo è presto dato: egli è in pace con se stesso, non serba rancori né invidie, non odia anzi cerca sempre di capire e di immedesimarsi nel prossimo attraverso il suo approccio empirico e razionale.

Delitto alla Farnesina è da considerarsi a tutti gli effetti il più bel dono che Daniele Capezzone potesse confezionare per i suoi appassionati e fedeli lettori in quanto regala se stesso ed il proprio intimo mettendo a nudo anche difetti e le piccole manie quotidiane.

La scommessa dell’autore, ambiziosa e nel contempo affascinante, si pone lo scopo di tracciare una strada nuova per le generazioni a venire : è la strada più difficile e tortuosa che passa per le impervie curve a gomito dello studio e del lavoro duro e silenzioso che impone, il più delle volte, la capacità di saper ascoltare chi ne sa più di te.

Accettarsi ed accettare i propri limiti e saper incanalare la propria rabbia, spesso legittima e fondata, in un percorso di positività, rispettare la propria vita e quella altrui, coltivare la virtù di saper trasmettere tali positività anche al prossimo che ci sta sulle scatole.

Scorrendo le pagine del libro mi sono rituffato nel passato adolescenziale di pischelletto allorquando ricevevo dai miei professori gli stessi saggi consigli che Daniele Capezzone ha generosamente dispensato ai suoi amati lettori.

Un ultimo pensiero è dedicato a Cleopatra, la miciona che tiene compagnia allo schiavo umano Michele Morabito ed anche in questo caso i saggi consigli dell’autore ci inducono a riflettere non solo sul carattere complesso del felino ma altresì sulla cura meticolosa che ogni padroncino deve dedicare alla bestiolina con cui ha deciso di condividere parte della propria esistenza.

Eduardo De Filippo si vantava, a ragion veduta, di essere sempre stato onesto e sincero con il proprio

pubblico attraverso le sue immortali commedie e posso dire che la stessa sincerità è innegabilmente emersa dalle righe di questo libro che consiglio a tutte le persone che amo per farne poi prezioso tesoro.

BRUNO IANNIELLO



 
 
 

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