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I PRESIDENTI - ROMEO ANCONETANI MISTER 5%

  • storiescomode
  • 19 gen 2021
  • Tempo di lettura: 4 min

Torniamo a parlare dei Presidenti che hanno scritto la storia del calcio nostrano ed è la volta di Romeo Anconetani, massimo dirigente del Pisa dal 1978 al 1994, toscano di adozione ma nato Trieste nel 1922.

Nel 1952 il Prato lo assume in qualità segretario ma tre anni dopo, a causa del suo carattere da protagonista assoluto prova a cambiare le sorti della partita Poggibonsi–Pontassieve: incappa quindi nel reato di corruzione e viene radiato a vita.

La sua carriera di dirigente sembra troncata sul nascere ma la storia deve essere ancora scritta ed il giovane volpone riesce ad acquisire una licenza della camera di commercio di Pisa da mediatore ed allora crea una professione che non fino a quel momento non esiste ma che ancora oggi fattura milioni.

Romeo Anconetani è geniale ed innovativo: lo si vede quasi sempre al ‘Gallia’, sede delle trattative e tempio del calciomercato, aiuta l’arrivo di Selmosson a Roma, porta Claudio Sala a Torino e guadagna il cinque percento da ogni affare.

Con i primi proventi costruisce la casa dei suoi sogni a Pisa e nell’estate 1978 gli arriva la proposta del proprietario – Presidente del Pisa Luigi Rota di acquistare il club neroazzurro: coglie al balzo l’opportunità ed acquista il Pisa per 300 milioni ma ufficialmente l'acquisto della società è concluso dal figlio Adolfo che figura presidente fino al 1982.

A seguito della vittoria dei mondiali spagnoli da parte della nazionale italiana, il geniale Romeo può beneficiare della grazia assieme a tanti altri personaggi sportivi che erano stati precedentemente radiati dal calcio italiano e può finalmente assumere la presidenza dei nerazzurri a tutti gli effetti.

In 16 anni cambia ben 22 allenatori e nel caso di Boniek riesce addirittura ad esonerarlo tre ore e mezzo dopo la firma.

Ha la mania di controllare tutto e tutti compresi i suoi giocatori con cui instaura un rapporto a corrente alternata fatto di alti e bassi: un giorno è il loro migliore amico e quello successivo fa sentire loro tutto il peso della sua forza, il tutto condito da una sorta di bastone e carota senza alcun preavviso perchè ogni giorno si scrive una storia nuova.

Romeo Anconetani non è però solo un genio ma anche una dirigente competente con un fiuto calcistico più unico che raro perchè sa riconoscere il talento calcistico dove altri non ne vedono neppure l’ombra.

Acquista Kieft, scarpa d’oro, per 760 milioni e lo rivende a 5 miliardi, porta a Pisa il danese Klaus Berggreen per la cifra di 270 milioni e lo rivende alla Roma per 4 miliardi, acquista le prestazioni di un brasiliano sconosciuto, tale Carlos Dunga, poi campione del mondo nel 1998, per 600 milioni e lo vende alla Fiorentina per un miliardo.

In maglia neroazzurra arrivano il Cholo Simeone, l’argentino Chamot, giocatori nostrani importanti quali Bobo Vieri che però non riuscirà a sfondare all’ombra della torre, Lamberto Piovanelli e tanti altri.

Romeo Anconetani è anche e soprattutto scaramanzia allo stato più puro: porta tutto il gruppo al Santuario della Madonna di Montenero, sparge ben 26 chili si sale sull’erba dello stadio Garibaldi nel Dicembre del 1990 prima della partita decisiva con il Cesenaed i fatti gli danno ragione.

Da Anconetani passano tutte le notizie, ha la presunzione di correggere tutti, anche i giornalisti a cui dà loro le imbeccate giuste così da conservare l’illusione di avere una stampa totalmente a favore.

Una volta litiga pesantemente addirittura con il cuoco del club, si reca in cucina e gli spiega come cuocere un certo tipo di pasta ad alta voce.

Si dice che i conti si fanno sempre alla fine ed allora il bilancio per Romeo il geniale è più che positivo: quattro promozioni in Serie A, in totale, e poi la Mitropa Cup ma nel 1994 arriva il fallimento a causa di un dissesto finanziario a cui nessuno riesce a mettere una pezza.

Lascia la presidenza e la proprietà del club pisano ma Genoa e Milan non lo abbandonano affidandogli il ruolo di consigliere.

E già, il ruolo di consigliere, perché Romeo dispone di un data base composto da migliaia di pagine piene di appunti sui giocatori di mezzo mondo.

Nel 1999 il Presidentissimo va via dopo una settimana di coma a seguito di un brutto male con cui prova inutilmente a combattere.

Il 9 dicembre del 2001 il comune toscano cointestato a Romeo Anconetani l'Arena Garibaldi della città e successivamente, il 14 luglio del 2002, viene apposta una targa commemorativa.

Difficile scrivere qualcosa di personale su di un gigante come Anconetani che tra l’altro era anche un giornalista: certo si può dire che ha vissuto in un epoca d’oro in cui era attorniato da Dirigenti di altri club di grandissimo valore, sicuramente padri padroni ma anche fini intenditori capaci di scovare veri talenti con un fiuto sopraffino fuori dal normale.

Nel calcio di oggi caratterizzato dalla presenza di proprietà straniere mordi e fuggi, delle plusvalenze e degli scambi fittizi, non esistono più figure simili ma è altrettanto vero che si avverte l’assenza di dirigenti avveduti e competenti quali il geniale Romeo di cui pochi club potrebbero privarsi se fosse ancora vivo.

BRUNO IANNIELLO

 
 
 

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