top of page
storiescomode

GLI ANNI 80 - DOMENICA IN



Torniamo a parlare dei mitici anni ottanta stavolta per celebrare un programma televisivo che soprattutto in quel decennio ha fatto furore grazie alla verve dei suoi conduttori ed autori.

E’ da considerarsi il programma di intrattenimento della Rai più longevo anche se negli ultimi anni ha perso lo smalto dei tempi migliori anche a causa di una concorrenza che si è fatta sempre più agguerrita.

Domenica In va in onda per la prima volta il 3 Ottobre del 1976 e rappresenta una vera e propria novità nel palinsesto dell’epoca atteso che una trasmissione di ben sei ore che coprisse tutto la fascia pomeridiana del giorno festivo non c’era mai stata.

Il programma nasce nel cosiddetto periodo dell’austerity ovvero fine anni ’70, quando, a causa del rincaro del prezzo del petrolio deciso dai paesi arabi si decide di mettere un po’ uno stop alle famigerate gite domenicali dell’italiano in automobile.

Il servizio pubblico si assume quindi l’onere di dare vita ad un programma che possa incentivare gli italiani a trascorrere la domenica a casa

Il titolo della trasmissione Domenica In si deve al genio creativo di Corrado Mantoni: inizialmente doveva chiamarsi Domenica Insieme, ma il conduttore compie una scelta più alla moda ed al passo con i tempi.

Per la prima volta nella storia della televisione viene quindi lanciata questa trasmissione che è del tutto innovativa soprattutto per la durata ed i contenuti.

Per condurre i programma viene scelto uno dei personaggi di punta della RAI, Corrado ovvero il bonario presentatore della porta accanto che non si dà le arie e non gioca a fare il divo.

Nel corso della trasmissione che parte alle ore 14,00 subito dopo il TG1, inizialmente vengono trasmessi dei telefilm quali lo storico Happy Days, spazi dedicati alla Lotteria Italia (Chi? nel 1976 e Secondo voi nel 1977 condotti da Pippo Baudo ed Io e la Befana nel 1978 condotto da Sandra Mondaini e Raimondo Vianello), un programma musicale rivolto ai giovani quale Discoring, eventi sportivi come il secondo tempo della partita di calcio più importante della giornata, realizzato in collaborazione con la redazione sportiva del TG1 che curava anche la rubrica 90º minuto che riepiloga tutti i gol della giornata calcistica ed è condotto dal giornalista sportivo Paolo Valenti

E’ dunque il grande Corrado ad inventare il titolo Domenica In, dopo varie riunioni con gli altri autori, proponendo di modificare l'iniziale Domenica Insieme troncando la preposizione In a fine titolo allo scopo di consentire al programma la possibilità di aggiunte creative ed inoltre, come dichiarerà successivamente in un'intervista a un quotidiano, il gioco linguistico permette di leggere In come contrario di Out, ed evocare quindi varie ed eventuali sfumature di significato (In... poteva significare sia a casa, sia Domenica di un certo tipo, che fa tendenza, ecc.). La stessa Franca Valeri, ospite nell'ultima puntata della terza edizione (l'ultima presentata da Corrado), afferma che si era creato uno stile, il domenicainismo, che tiene inchiodati gli spettatori per un cospicuo numero di ore al video, cosa mai avvenuta prima.

Il fortunato titolo verrà poi ripreso da altri programmi di altre reti (Domenica in concerto, Parlamento In, ad esempio).

L'avvicendamento nella conduzione è causato da un disaccordo fra Corrado e Paolo Grassi, allora presidente della RAI, nella gestione di alcune puntate ed al conduttore bolognese subentra l’elettrico e competitivo Pippo Baudo, il quale pur continuando sulla scia del predecessore apporta nel corso degli anni molte novità, specialmente nell'introduzione di maggiori appuntamenti quali la presentazione di un libro, di un nuovo film, il tutto attraverso ospitate di grande rilievo che hanno scritto la storia del programma.

Negli anni ottanta, Domenica In diventa quindi un varietà come gli altri, eccettuata la lunghezza (ricordiamo che in quegli anni anche i programmi serali cominciano ad allungare notevolmente la propria durata oraria rispetto al decennio precedente), diviso in due parti: pomeridiana e preserale inframezzate da 90º minuto.

A partire dalla metà degli anni ottanta inizia anche la contro-programmazione di Canale 5 al contenitore di Rai 1 prima con Buona Domenica dal 1985 al 1988 (nella stagione 1987-1988 con il titolo La giostra) e dal 1991 al 2008 poi con Questa domenica nel 2008-2009 ed infine, dal 2009, con Domenica Cinque.

In precedenza il programma aveva avuto, negli anni settanta e nei primi anni ottanta, la sola concorrenza interna di Rai Due con programmi molto interessanti ed altrettanto innovativi quali L'altra domenica di Renzo Arbore e Blitz di Gianni Minà

La prima conduttrice donna del contenitore è Raffaella Carrà nella stagione 1986-87, mentre la presenza femminile che ha condotto più edizioni dello storico contenitore domenicale resta Mara Venier attuale padrona di casa.

Esauritosi nel 1985 il ciclo baudiano la trasmissione viene affidata ad un giornalista Mino Damato che conduce la trasmissione insieme alla solare Elisabetta Gardini, allo straordinario trio Lopez Marchesini Solenghi ed a Gina Lollobrigida che cura interviste con personaggi celebri.

Nel 1987 il contenitore domenicale vede quale padrona di casa la Raffa nazionale: si festeggia il decennale del programma tanto è vero che la prima puntata vede quale ospite proprio il suo ideatore ovvero il grande Corrado Mantoni.

La trasmissione sarà ricordata non solo per la bravura della sua presentatrice ma anche per il suo sfogo contro una certa stampa che aveva squallidamente tirato in ballo anche la madre. Dal 1987 al 1991 il programma è diretto dal regista Gianni Boncompagni (già conduttore di Discoring) che modificò la scenografia che diviene una terrazza affacciata sul mare, introdusse il gioco telefonico del Cruciverbone, successivamente riproposto negli anni in varie altre trasmissioni televisive italiane e soprattutto introduce un gruppo di cento ragazze che fungono contemporaneamente sia da pubblico che da soubrette del programma (tale formula sarà poi ripresa da Boncompagni nella trasmissione Non è la Rai). Conduttori delle edizioni targate Boncompagni sono stati: Lino Banfi e Toto Cutugno (1987-88), Marisa Laurito (1988-89), Edwige Fenech e Pupo (1989-90) e Gigi Sabani e Simona Tagli (1990-91). Ricordiamo che dal 1984, nella domenica successiva alla finale del Festival di Sanremo, il programma va in onda dal Teatro Ariston della città ligure ed è completamente dedicato alla kermesse canora appena conclusa con commenti ed interviste ai cantanti che vi hanno partecipato che si esibiscono nuovamente con le canzoni con cui hanno gareggiato.

Gli anni ottanta hanno rappresentato, come detto, indubbiamente il miglior periodo per la trasmissione in virtù di una capacità da parte degli autori e dei conduttori di saper interpretare al meglio i gusti e le necessità del pubblico televisivo.

Pippo Baudo, da abile giocoliere dell’audience sa benissimo grazie al suo innato intuito, cosa servire sulla tavola degli italiani la domenica pomeriggio: calcio, politica, cultura, cinema, teatro e perché no anche un Giucas Casella che muove i suoi primi passi soprattutto sui carboni ardenti.

Il Pippo nazionale è stato sempre un grande scopritore di talenti anzi una sorta di amplificatore dell’altrui talento: ha sempre saputo ritrarsi ed apparire di nuovo al momento giusto ed i suoi tempi televisivi hanno sempre sfiorato la perfezione.

Lui capisce che, seppure nel solco della tradizione, è il momento di osare con una conduzione più aggressiva e spregiudicata, cavalca la tigre senza timore alcuno, anzi è quasi inebriato dai rischi che sa di correre.

Un purosangue che non teme il confronto con la concorrenza anzi ne trae giovamento per migliorare un prodotto che di per sé è già innovativo.

BRUNO IANNIELLO



51 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


Post: Blog2_Post
bottom of page