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FULMINE A CIEL SERENO?

  • storiescomode
  • 19 apr 2021
  • Tempo di lettura: 5 min

La notizia era nell’aria e si è materializzata poco dopo la mezzanotte del 19 Aprile attraverso un comunicato con cui si annuncia la nascita di una nuova competizione internazionale ovvero l’Eurolega.

A detti degli espertoni la cosa avrebbe generato un pandemonio nel sistema calcistico nazionale ed internazionale ma in realtà di Superlega europea si parlava già da anni ed il processo ha trovato una sua accelerazione nella crisi economica di origine pandemica che ormai ha abbattuto la sua scure su buona parte dei settori economico – produttivi planetari.

Per quale motivo nasce il progetto? E’ presto detto e neppure difficile da comprendere: esisteva già prima della crisi pandemica un notevole problema di carattere economico legato alla necessità di reperire risorse per garantire la sopravvivenza del sistema nel suo complesso ed il vecchio sistema ancorato alla Fifa ed all’Uefa senza parlare poi delle leghe nazionali non era riuscito a fornire risposte soddisfacenti anzi tutti i progetti messi sul tavolo negli ultimi anni avevano generato effetti negativi (a tal uopo e tanto per fare un esempio deve ancora considerarsi del tutto incomprensibile la nascita della Nations League il cui regolamento esige, ai fini della sua comprensione, l’acquisizione di un diploma di laurea e che va ad ingolfare inutilmente calendari già piuttosto fitti senza determinare alcun significativo guadagno per le singole federazioni).

Se proviamo almeno per una volta ad essere intellettualmente onesti capiremo il perché i cosiddetti grossi club che hanno fondato la neonata manifestazione continentale decidendo quindi di intraprendere questa strada: da anni l’Uefa cerca inutilmente di cambiare il format della Champions League allargando lo spettro delle partecipanti ma gli introiti restano sempre gli stessi ed in ogni caso non sono sufficienti a garantire ai singoli club la sopravvivenza in un mondo sempre più difficile. Non parliamo poi dell’Europa League: manifestazione stressante e lunghissima che si disputa il giovedì ovvero il giorno più dannato e disgraziato della settimana perché qualunque squadra che cerca di affrontarla con serietà e professionalmente inevitabilmente paga un pesantissimo scotto nel proprio campionato ed anche in questo caso i ricavi sono veramente esigui se si pensa che un club che giunge alle semifinali percepisce la miseria di 15 milioni.

E’ un torneo sfibrante che può avere un senso solo se si riesce a conquistarlo perché garantisce l’acceso diretto alla Champions ma un club che arriva solo in finale senza alzare la coppa porta a casa una miseria e francamente il gioco non vale la candela atteso il cammino durissimo e dispendioso che si è dovuto compiere.

L’Uefa, per niente paga dei pessimi risultati ottenuti in materia, ha posto la ciliegina sulla torta attraverso la nascita un una ulteriore competizione ovvero la Conference League riservata a quelle squadre che nei propri tornei non sono riuscite neppure ad accedere all’Europa League: anche in questo caso tanta fatica ed un infinito dispendio di energie non ripagate da alcun significativo tornaconto economico.

Insomma, sia l’Uefa che la Fifa negli ultimi anni, ai più che legittimi gridi di dolore avanzati dai top club europei, hanno ripetuto il ritornello della canzone di Celentano ovvero “è inutile bussare qui non aprirà nessuno”.

Non parliamo delle leghe nazionali ed in particolare della nostra Lega incapace di trovare una dignitosa sintesi da più di 10 anni e fortemente divisa da interessi particolari che hanno impedito la nascita di qualsivoglia idea decente capace di risolvere i problemi di liquidità: l’unica risposta è stata quella di allargare il campionato a 20 squadre aggiungendo almeno una quarantina di partite inutili e dal risultato scontato che ingolfano un torneo il cui esito è già segnato dal Mese di Febbraio.

In ogni caso vi è da dire che i cosiddetti top club europei hanno deciso di fare da sé senza passare per l’intermediazione di organismi del tutto antiquati che oramai vivono in una torre d’avorio ed il cui scopo è quello di preservare la propria esistenza ed il discorso è piuttosto semplice: per quale motivo devo versare l’obolo all’Uefa se posso portarmi a casa un cucuzzaro ancora più ricco e sontuoso?

Esiste da parte dei club una libertà di organizzarsi come meglio credono e tale libertà non può essere limitata da un organismo sovranazionale.

Saranno quindi 20 i club che parteciperanno al nuovo torneo continentale di cui 15 fissi ovvero i cosiddetti club fondatori ed altri 5 che saranno selezionati in base ai risultati: lo schema della competizione prevede quindi due gironi da 10 squadre che si sfideranno in gare d'andata e ritorno nel corso della settimana: al termine delle diciotto giornate, le prime tre classificate di ogni girone si qualificheranno automaticamente ai quarti di finale. Le quarte e quinte classificate si affronteranno in una sfida di andata e ritorno per i due restanti posti disponibili per i quarti. Quarti di finale e semifinali si giocheranno in sfide di andata e ritorno, mentre la finale sarà una partita secca che sarà disputata a maggio in uno stadio neutrale.

Allo stato attuale i club fondatori sono 12: 6 inglesi (Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham), 3 spagnole (Real Madrid, Barcellona e Atletico Madrid) e 3 dalla nostra Serie A (Inter, Juventus e Milan).

Nel comunicato diramato dalla Superlega, però, emerge che altri tre club saranno inseriti nel gruppo dei 'fondatori': si parla a tal proposito di PSG, Bayern Monaco e Borussia Dortmund che dovrebbero fornire a breve una risposta all’invito formale ricevuto dai club fondatori.

Non sono mancate le reazioni più che scontate da parte dell’Uefa che già nel pomeriggio di ieri aveva minacciato di esclusione dalle coppe europee e dai campionati nazionali i club coinvolti nel progetto.

Ricordiamo altresì che proprio i club fondatori hanno ribadito il proprio impegno a disputare i campionati nazionali anche se ciò si pone in contrasto con quanto comunicato dalla stessa Uefa che, invece, minaccia di estromettere tutte i club che prenderanno parte al neonato torneo.

In teoria gli attuali tornei continentali (Champions, Europa League e quanto altro) potrebbero proseguire il proprio cammino senza i club che faranno parte della neonata Superlega così come i campionati nazionali ma realisticamente è estremamente difficile che ciò possa accadere.

Cosa sarebbe una serie A senza le milanesi e la Juve oppure una Champions League senza la partecipazione dei top club sopra citati?

Ad ogni azione corrisponde una reazione di segno opposto e contrario ed allora le minacce sia parte dell’Uefa che dei singoli club di intraprendere azioni legali saranno presto messe da parte e ci si siederà al tavolo della pace per trovare una quadra: si mormora di già un possibile compromesso in cui i Club fondatori potrebbero mettere da parte il progetto Superlega ottenendo dalla Uefa la contropartita dell'organizzazione della nuova Champions League ovvero un progetto già in cantiere da diversi anni e che avrebbe dovuto vedere la luce nell'estate del 2024.

Il progetto vedrebbe una rivoluzione nella formula della competizione fin qui più prestigiosa del mondo, che si avvicinerebbe per format e criteri di inclusione proprio alla Superlega.

Vi dico però di state tranquilli e mettere da parte sogni di gloria legati a possibili esclusioni eccellenti: non può esistere e mai esisterà un campionato nazionale senza le milanesi e la Juventus le quali chiedono solo un occhio di maggiore riguardo attraverso un accesso diretto alla nuova Champions a prescindere dai risultati acquisiti sul campo.

In soldoni: la protesta alla sua radice è senz’altro giusta ma le finalità del disegno lasciano alquanto perplessi.

Il sacrosanto problema di reperire le risorse legato all’altrettanta sacrosanta necessità di riformare il piccolo mondo antico non può risolversi attraverso il riconoscimento di privilegi a prescindere ma deve necessariamente sposarsi con una idea che tenga conto di tutto il complessivo contesto senza escluderlo solo per motivi di lignaggio.

BRUNO IANNIELLO

 
 
 

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