CHI HA COMPRATO LA ROMA?
- storiescomode
- 13 gen 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Chi ha vissuto i mitici anni ottanta e il football di quegli anni ricorderà certamente a memoria le squadre, gli allenatori e i Presidenti delle compagini calcistiche di qu periodo ma sicuramente farà fatica a ricordare i direttori sportivi che rappresentavano figure di contorno certamente importanti ma non necessarie.
Ammetto sinceramente di non rammentare il nome del Direttore Sportivo della Roma degli ultimi due titoli ovvero quelli conquistati nelle stagioni 1982 – 1983 e 2000-2001 e pertanto li ho scoperti solo attraverso la consultazione degli almanacchi e dei vari siti dedicati alla vicende storiche della formazione giallorossa.
Ai tempi, nel corso delle sessioni di calciomercato, ci si chiedeva tra tifosi : chi ha comprato la Roma ? Quali giocatori hanno comprato la Juventus, l’Inter, il Napoli, il Milan solo per citare alcuni esempi ?
Era la società che acquistava il giocatore e non il Direttore Sportivo che al limite poteva aver segnalato il calciatore alla proprietà ma negli ultimi anni sono sorte discussioni accesissime ed alquanto sterili, soprattutto sui social, sulla figura del DS: vere e proprie dispute su quanto sia stato bravo ovvero una pippa questo o quel dirigente che forse non è stato in grado di cedere quel tale giocatore da cui non ha tratto la necessaria plusvalenza per garantire la sopravvivenza alla sua società oppure si è lasciato sfuggire quel tale fenomeno che poi è stato acquistato da un'altra club.
Insomma sembrano non esistere più i tifosi della Roma o del Napoli che risultano essere stati soppiantati dai supporters di Monchi, Petrachi, Ausilio, Giuntoli e chi più ne ha più ne metta.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo Direttore Generale Tiago Pinto tenutasi poche ore fa a Trigoria sembrerebbero (il condizionale è sempre d’obbligo in questi casi) essere state ripristinate delle regole di buon senso che mi hanno ricordato i tempi in cui ero fanciullo e si tifava solo per le squadre di calcio.
Il Dirigente portoghese, peraltro giovanissimo (ha solo 36 anni), a precisa domanda di un giornalista sui giocatori che avrebbe scelto per rinforzare la compagine giallorossa nel mercato di Gennaio ha fornito una eloquente quanto illuminante risposta: “"Una volta di più vorrei ribadire il concetto che qui lavoriamo in squadra e nessuno si sente una superstar, non è il mio modo di lavorare né quello dei presidenti. Il calciomercato lo porterò avanti sempre a stretto contatto con Dan e Ryan, siamo qui per lavorare e far crescere la Roma. Non ci saranno acquisti di mercato di Tiago Pinto, ma della Roma. Io lavoro sempre di squadra con la proprietà"
Il concetto espresso nel pensiero di Tiago Pinto è estremamente semplice: i destini di un club non devono e non possono dipendere dalle decisioni di una sola persona che si erge sul piedistallo del salvatore della patria ma devono necessariamente scaturire da un lavoro di squadra in cui ciascuno è chiamato a fornire il proprio apporto con la massima professionalità, impegno e dedizione.
E’ una vera e propria lezione impartita a chi ha ritenuto e continua a ritenere che un individuo, per quanto capace, possa essere in grado di reggere da solo il gigantesco peso di una macchina complessa quale è un club di vertice come la Roma.
Non esiste più l’acquisto di Tiago Pinto ma l’acquisto della Roma e solo della Roma perché è la Roma nel suo complesso che ha acquistato questo o quel calciatore, che ha vinto, pareggiato o perso quella partita ovvero che ha centrato oppure no quel dato obbiettivo.
Non esiste più il termine IO ma solo il NOI inteso quale gruppo di lavoro che si compone di tantissime persone a partire dall’ultimo degli uscieri fino ad arrivare ai vertici con la proprietà.
Non mi soffermo più di tanto sugli altri aspetti altrettanto importanti emersi nel corso della conferenza stampa che sicuramente saranno sviscerati con maggiore competenza da giornalisti esperti della materia ma due piccole considerazioni conclusive mi sento di fornirle.
La prima riguarda i tempi di realizzazione del cosiddetto progetto (termine molto abusato) che sono definiti dal dirigente portoghese medio - lunghi e pertanto si cerca di tenere un profilo basso per il presente evitando di coltivare sogni di gloria che almeno per il momento devono essere riposti nel cassetto e la seconda considerazione è legata all’importanza dello scouting che deve essere sostenuto da una struttura adeguata capace di intravedere e scrutare giocatori potenzialmente da Roma in ogni parte del globo.
Il Mondo è stato profondamente cambiato dalla crisi pandemica ed anche i top club hanno dovuto fare i conti con la dura realtà che impone sacrifici e nuove strategie che inevitabilmente dovranno riguardare pure il club giallorosso.
BRUNO IANNIELLO

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