C’E’ CHI DICE NO
- storiescomode
- 1 gen 2021
- Tempo di lettura: 5 min

Sembrerà strano ma nella società massificata e imbavagliata esiste ancora chi dice no e lo dice con fermezza, fierezza, senza voler essere bastian contrario a tutti i costi ed anche di fronte alla limpida evidenza dei fatti.
E’ un dissenso scientifico e motivato che trae origine dallo studio delle cose e delle persone che si intendono quotidianamente descrivere attraverso un lavoro pignolo e certosino che il più delle volte sembra stonare rispetto al coro di voci univoche fondate il più delle volte su di uno spartito elaborato negli uffici stampa governativi.
Il suo è un caso anomalo perché probabilmente non godeva della stessa popolarità e dello stesso affetto neppure quando occupava le aule parlamentari in qualità di deputato nella speranza di risolvere concretamente i problemi del comune cittadino.
Ha abbandonato la politica attiva da tre anni ma ha saputo conquistarsi, con pieno merito, uno spazio importante e significativo nel cuore di tantissime persone che lo seguono quotidianamente, con assiduità intrisa ad amore sincero, nei suoi interventi televisivi (è praticamente ospite fisso della nota trasmissione Quarta Repubblica, non disdegna frequenti puntatine in Stasera Italia e Mattino 5), sui vari social oppure nella nota rassegna stampa scorrettissima.
E’ il coautore, insieme all’ottimo Federico Punzi, della iniziativa editoriale più interessante degli ultimi anni ovvero “L’Atlantico”, rivista on line che si giova della collaborazione di penne raffinate ed intelligenti quali quella di Daniele Meloni, Paola Sacchi, Max Del Papa e la straordinaria Anna Bono, solo per citare alcuni fulgidi esempi.
Gli articoli di politica estera pubblicati dall’Atlantico sono delle vere e proprie chicche da stampare e conservare per quanto dettagliati e ricchi di spunti interessanti.
La sua ultima fatica editoriale “Like crazia – lo show della politica in tempo di pace e di coronavirus” si è rivelato un successo straordinario a testimonianza della bontà della sua paziente semina che ora sta fornendo i frutti sperati e meritati.
Si è inventato un personaggio che spopola sui social, il povero “Venancio”, cameriere filippino vessato dai suoi padroni, vipponi e damazze quasi sempre sbeffeggiati dall’astuto servo che cerca di smascherare le loro ipocrisie.
Avrei potuto copiare il suo curriculum da Wikipedia ma sarebbe stato ingeneroso nei confronti di chi mi ha mostrato sincera disponibilità (cosa rara di questi tempi) ed allora mi limito umilmente a descrivere le impressioni che ho tratto dalla piacevole chiacchierata telefonica avuta con lui qualche giorno fa.
Posso solo dire di aver conversato con una persona amabile, colta ma che non ostenta il suo sapere per rendersi superiore all’interlocutore, disponibile, umile, con i piedi ben piantati a terra che non si atteggia a fare il divo e rispetta veramente coloro (tra cui il sottoscritto) che lo adorano.
Gli scrivo e mi risponde in un nanosecondo, gli chiedo una intervista e mi fornisce i suoi riferimenti per essere contattato, concordiamo un appuntamento, arriva il giorno fatidico, lo chiamo e lui rispetta la parola data.
Non mi sembra vero ma sto parlando con Daniele Capezzone a cui chiedo cosa significa essere oggi liberali.
La sua risposta è da liberale autentico: “rifuggo dal principio per cui si possano dispensare tessere da liberale e penso che chiunque, sia esso legislatore o comune cittadino debba sempre porsi la seguente domanda di fronte ad una decisione o ad un provvedimento normativo: ma questa decisione allarga la sfera di decisione del cittadino o la restringe? ”
Gli chiedo di Marco Pannella e di quanto sarebbe importante oggi la sua presenza: “ ho conosciuto Marco Pannella in un capodanno del 1998, mi recai ad una manifestazione, lo salutai e lui mi chiese di frequentare la sede radicale e da allora è cominciato il mio percorso politico con i radicali. Io credo che una persona come Marco Pannella sarebbe stata molto utile nel periodo attuale, la sua personalità era come quella di Picasso ovvero con varie sfumature e Marco, nella sua grandezza e nelle varie stagioni, ha schiacciato con intensità variabile il pedale liberale a seconda di quelle sfumature che facevano parte della sua complessa personalità. Sicuramente la sua presenza non sarebbe stata banale né conformista”.
Gli chiedo della tensione verso l’individuo di cui ha parlato anche in occasione dell’uscita dell’ultimo film di Clint Eastwood “Richard Jewell”: “mi sta molto a cuore la parola inquietudine e cerco di spiegarla in modo semplice. Per quale motivo l’individuo è inquieto o è in pena: sente il bisogno di più autorità o di maggiore libertà? Io credo che Clint Eastwood ci mette in guardia dalle conseguenze degli eccessi del conformismo omologante e dell’ interventismo pubblico che finiscono per schiacciare l’individuo che si sente costantemente sotto minaccia e sono convinto che il regista sia in pena proprio per l’individuo sotto attacco”.
Gli chiedo se ha avuto modo di saggiare l’invidia sociale quando era deputato: “ viviamo nell’era del risentimento che non genera nulla di positivo e le manifestazioni di questo sentimento sono spesso presenti nei provvedimenti legislativi attraverso cui si cerca di far deperire una categoria che è riuscita con i propri meriti ad emergere ma questo approccio lo si trova non solo sul piano economico ma anche su quello sociale allorquando determinate persone che si sentono poco sicure di sé stesse non trovano di meglio che impedire all’interlocutore di esprimersi liberamente. In parole povere, poiché mi sento insicuro di potermi misurare con il pensiero degli altri impedisco ad essi di parlare.
E’ un complesso di inferiorità che nasce dalla impossibilità di trovare la propria dimensione nello spazio e nel tempo che è stato concesso di vivere”
Chiedo a Daniele de passaggio tra la prima e la seconda Repubblica: “ritengo che lo spartiacque sia stato mani pulite che ha dato un contributo certamente non positivo soprattutto nel favorire un peggioramento del livello classe politico, ritengo anzi che chi oggi decide di incamminarsi verso la vita pubblica va ringraziato perché sottoposto a scrutini di ogni genere.
Purtroppo le persone capaci che sarebbero veramente in grado di occuparsi della cosa pubblica si allontanano dall’impegno politico lasciando il campo a qualcuno per cui l’eventuale ingresso in politica significa aver vinto un biglietto della lotteria.
“Le stragi di Capaci e Via d’Amelio hanno suscitato vari effetti: il comune cittadino ha provato ripulsa nei confronti dei colpevoli e si è determinato un alone di incertezza sui protagonisti dell’epoca, ricordiamo che proprio all’epoca dei fatti vi era uno stallo importante sulla elezione del Presidente della Repubblica e c’è da chiedersi cosa sarebbe accaduto sul piano istituzionale se non ci fossero state quelle stragi”
Gli chiedo della classe politica attuale: “ Sinceramente si fa fatica ad associare idee e speranze lunghe all’attuale classe politica. Oggi le elezioni non sono vinte da chi è riuscito convincere elettori indecisi o appartenenti all’altro schieramento ma sono perse da chi non è stato capace di galvanizzare e mobilitare per intero i propri elettori mentre dalle altre parti si ha comunque la sensazione che, sia pure appannata, ci sia ancora qualche linea di pensiero tra chi vuole più Stato e chi ne vuole meno.
Gli chiedo della candidatura di Calenda: “ è una candidatura non banale, confesso però che quando lo ascolto ho la netta sensazione che sia troppo fiducioso nell’intervento pubblico e che finisca per riflettere ed interrogarsi sui piani pubblici da elaborare se fosse al potere. Rispetto la sua idea ma non è la mia”
Gli chiedo di film comici del passato e lui mi fa un solo nome; “ penso a Totò a cui sono affezionato come maschera ed attore, è stato poco compreso e celebrato tardivamente in patria ma è stato capace attraverso la sua vitalità, di costruire personaggi capaci di adattarsi ed arrangiarsi nel bene e nel male”
Mi confessa che la sua passione per il Tottenham nasce da una vecchia simpatia frutto della esperienza britannica e londinese e mi spiega che chi conosce bene la Gran Bretagna conosce anche la collocazione ideale di questo club.
Grazie Daniele, grazie di cuore.
BRUNO IANNIELLO
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